Passo dopo passo, siamo tutti alla ricerca di un graduale ritorno alla “normalità” dopo la fase acuta di pandemia; è però ormai coscienza comune che saranno molti i cambiamenti nel modo di vivere, di lavorare e anche nei criteri architettonici. Gli investimenti punteranno a infrastrutture digitali, nuovi spazi e servizi per il sistema scolastico e ci saranno novità anche nel modo di progettare e costruire case.
Il vento del cambiamento ormai soffia forte e numerose sono le novità imprescindibili che verranno attuate dopo l’avvento del Coronavirus. Si comincia con una maggiore responsabilità sociale, partecipazione, forestazione urbana, architettura climatica, riuso di strutture monofunzionali, ridefinizione dei concetti di smart city e riconnessione delle aree interne, nuove idee per le scuole di domani (contando anche le piattaforme digitali), attenzione alla casa con spazi multiuso) e ai temi legati alla mobilità.
Il GBC Italia ha elencato i suoi temi cardine: economia circolare, efficienza idrica, uso del suolo e biodiversità, resilienza, benessere e salubrità, giustizia nella transizione. Si studiano edifici a basso impatto climatico poiché essi sono responsabili del 36% di tutte le emissioni, del 40% di energia, del 50% di estrazione di materie prime nella UE, del 21% del consumo di acqua.
Inoltre, è in corso un ripensamento urbano delle città, inquadrando tre aspetti fondamentali: la mobilità, da appoggiarsi esclusivamente su fonti rinnovabili; la forestazione, da portare avanti su tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree metropolitane; la transizione energetica, che dovrà prevedere una rete di imprese locali per la produzione di energia pulita. Questi i tre temi evidenziati dall’architetto Stefano Boeri, che ricorda la necessità di attivare subito altrettanti grandi investimenti pubblici nell’edilizia, che aiutino anche a far ripartire l’economia del Paese: il monitoraggio e il ripristino di tutte le infrastrutture a supporto della mobilità.
L’architetto Cino Zucchi ha parlato di progettare e costruire edifici e spazi urbani che ci sopravvivano. Bisogna progettare spazi urbani e domestici molto ben definiti nei loro caratteri fondamentali ma anche capaci di ospitare funzioni e ruoli diversi nel tempo. Si parla di architetture e città dotate di una grande “inerzia”.
In queste settimane è rimasto impresso anche il testo dell’Enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune e sull’ecologia integrale. Monsignor Giuseppe Russo ha spiegato quanto, per molti individui, la costrizione nella propria casa si sia rivelata una condanna. In questo senso, ha parlato di progettare spazi abitativi dignitosi, anche se in alloggi popolari. Un tema sottolineato anche dall’architetto bolognese Mario Cucinella, esperto nella ricostruzione post-sisma.
Regina De Albertis, direttore tecnico Borio Mangiarotti e Presidente Ance Giovani ha elencato le priorità su cui prestare attenzione: “Infrastrutture moderne, sostenibili e proiettate al domani, riqualificazione di quelle esistenti, rigenerazione delle nostre città, scuole, sanità, tutela del territorio”.
In sostanza, gli esperti del settore cominciano avere delle visioni sempre più orientate verso un futuro sostenibile, passando dall’edilizia delle case e degli ambienti di lavoro, ai progetti di intere città, in modo da poter garantire una migliore qualità della vita nel futuro.
Fonte: Il Sole24Ore